Quali possibilità ha il creditore in caso di attività fraudolenta relativa alla cessione di azienda simulata? Leggi la news a cura dell’Avv.Giovanni Milesi.

Cessione di azienda simulata: le possibilità per il creditore.

Sono ormai noti e frequenti i casi in cui l’imprenditore individuale, a causa di debiti contratti nell’esercizio della propria attività commerciale, decida, in modo fraudolento, di costituire un nuovo soggetto di diritto e/o trasferire, senza alcun accordo, la propria azienda a terzo individuo, solitamente un parente, con il fine di continuare a fare business senza adempiere alle proprie obbligazioni.

Ciò, ovviamente, ai danni dei creditori, le cui ragioni di credito sarebbero frustrate dalla rigidità normativa prevista dal codice civile. Ai sensi dell’art. 2560 c.c., infatti, è possibile per l’imprenditore cedere la propria azienda, da intendersi l’universalità dei beni (materiali e immateriali) afferenti all’esercizio di impresa, a terzi soggetti.

L’acquirente dell’azienda risponde per i debiti maturati dall’alienante: i limiti formali

Detto negozio giuridico, ai fini probatori, deve essere redatto per atto pubblico o scrittura privata autenticata, ovverosia per il tramite del Notaio, affinché venga reso edotto ai terzi tramite deposito presso la CCIAA competente.

Gli effetti di detta cessione sono statuiti dall’art. 2568 c.c., il quale prevede che l’acquirente dell’azienda risponda, parimenti, dei debiti maturati dall’alienante, purché risultino dai registri contabili.

Ma, se l’imprenditore, proprio per frodare i creditori, cedesse a terzi la propria azienda, è richiesta comunque sia la forma scritta sia l’indicazione nei registri contabili del debito?

Infatti, come si può immaginare, l’intento fraudolento non può soggiacere ai limiti formali previsti dalla legge. Sul punto, a tutela dei creditori, è intervenuta la giurisprudenza.

L’intervento della giurisprudenza

In particolare, è possibile ritenere, sulla base di alcuni indizi, che tra due soggetti di diritto astrattamente diversi sia possibile ritenere conclusa una cessione di azienda, con l’applicazione, quindi, della norma che impone al cessionario di ripagare i debiti del cedente.

In altre parole, il limite probatorio della forma scritta non può operarsi nei confronti del creditore, il quale, per dimostrare l’intervenuta creazione fraudolente di un nuovo soggetto di diritto, può avvalersi anche di indizi, purché siano precisi e concordanti.

Infatti, è stato ritenuto che alla presenza di (i) identità dell’insegna, (ii) medesima sede operativa, (iii) svolgimento della stessa attività commerciale, (iv) il riconoscimento, nel pubblico, circa la continuità aziendale – tramite, ad esempio, recensioni online-, siano tutti elementi tali per cui è possibile desumere l’intervenuta cessione di azienda.

Conseguentemente, in detta eventualità, l’autorità giudiziaria potrà condannare il cessionario (ossia il nuovo soggetto) a pagare i debiti contratti dall’imprenditore.

L’esperienza e la disponibilità del nostro studio legale

Quanto sopra è stato il frutto di uno studio svolto dal nostro team di avvocati per aiutare un cliente a recuperare il credito vantato nei confronti di un soggetto, il quale ha ceduto, fraudolentemente, l’azienda ad un parente, continuando l’esercizio della stessa.

Possiamo, quindi, aiutare i creditori che, in ragione di manovre speculative poste in essere dai propri debitori, vedano seriamente compromesse le proprie possibilità di recuperare quanto ai medesimi dovuto.

Desideri ricevere maggiori informazioni su questo argomento? I nostri professionisti sono a tua disposizione

CONTATTACI