Debiti imprevisti: tra spese private e tasse.
Accade ormai molto spesso che, nel corso della vita subentrino fattori imprevedibili causa di debiti sempre crescenti difficile da estinguere:
- spese mediche;
- rate del finanziamento aperto per comprare l’auto;
- le rate del mutuo per l’acquisto della casa familiare;
- cessione del quinto relativa ad un prestito chiesto anni addietro;
- la pretesa dell’Agenzia delle Entrate per cartelle esattoriali, delle quali, magari, non si è mai nemmeno avuta notizia.
Questa è la situazione tipica vissuta oggi da quasi tutti gli italiani.
Ma ancora, proponiamo un altro scenario, questa volta con protagonista un qualsiasi titolare di partita IVA.
Negli ultimi anni, a causa della crisi economico-finanziaria nella quale l’intera nazione è rimasta coinvolta, i piccoli-medi imprenditori hanno dovuto fronteggiare una situazione drastica.
Alle innumerevoli tasse, tra cui, ovviamente, anche quelle richieste dall’Agenzia delle Entrate, si pongono le richieste delle Banche.
Cosa accumuna le due situazioni di debiti ipotizzate?
Di certo la mole di debiti accumulati, che non consente più di godere della propria attività professionale o semplicemente della propria esistenza.
Ma non solo.
Si tratta in entrambi i casi di soggetti non fallibili, persone fisiche che non hanno i requisiti per accedere alla drastica soluzione che il nostro ordinamento pone a disposizione dell’imprenditore che verte in una situazione di dissesto economico tale da dover cessare ogni attività, oltre che di vendere tutto quanto in suo possesso per soddisfare i creditori.
L’attenzione del legislatore, con la Legge 3/2012, nota anche come “legge salva-suicidi”, si è focalizzata su questa categoria di soggetti, ai quali è oggi rimessa la possibilità di accedere a procedure che, in base a presupposti e requisiti differenti, consentono lo stralcio dei debiti, mettendo a disposizione dei creditori quel poco rimasto al debitore.
Tuttavia, il vero vantaggio non è soddisfare i creditori.
Liberarsi dai debiti e ricominciare, oggi si può.
Il privilegio riconosciuto a colui che è ammesso ad una procedura ex legge 3/2012 è rappresentato dalla riabilitazione che costui consegue dopo aver pagato quanto possibile, in un’ottica favorevole non più solo al creditore ma soprattutto al debitore.
Egli potrà nuovamente accedere al credito, ovviamente in maniera responsabile, e godere delle proprie risorse economiche.
Le procedure previste dalla Legge sono diverse e si differenziano in base alla motivazione per cui i debiti sono sorti:
- se per scopi imprenditoriali o comunque per ragioni di impresa/professionali, il soggetto può accedere alla procedura di liquidazione del patrimonio oppure all’accordo con i creditori;
- Se i debiti sono invece sorti per ragioni private, alle due procedure menzionate si aggiunge il piano del consumatore.
Quello che non cambia, però, è il risultato: liberarsi dai debiti per iniziare una nuova vita.